Sono ripartito verso le 17 da Cadice. Mi aspettano quasi 50 miglia per entrare nello Stretto di Gibilterra che proverò, con emozione, ad attraversare di notte per approfittare della marea entrante quando sarò nelle vicinanze. Sempre che abbia correttamente interpretato le tabelle che mi hanno gentilmente fotocopiato in capitaneria.

La serata non poteva essere migliore, poco vento da ovest e mare piatto.

Devo procedere a motore ma lo avrei fatto comunque perché lo stato delle mie sartie basse è talmente compromesso da non consentirmi una serena navigazione a vela. Paolo Canobbio, l’attrezzista che mi ha così ben consigliato e preparato la barca prima della partenza a giugno, mi sta costruendo due cavi nuovi che mi spedirà nel porto spagnolo dove mi troverò quando saranno pronte. Poi sostituirle non sarà molto difficile e dovrei cavarmela tranquillamente da solo.

Queste acque sono particolari: qui si combatté la famosissima battaglia di Trafalgar, quando le navi di Nelson sbaragliarono “L’invincibile Armada”
E già il faro di Cabo Trafalgar è ben visibile 15 miglia a sud-est. Andateci a rileggere la storia della battaglia e di come l’ammiraglio Nelson morì e venne riportato in patria. È molto interessante

Mi sto allontanando dalla costa più di quanto consiglia il plotter. Sono coste che non conosco, anche se già all’andata sono passato di qua. E in ogni caso prudenza vuole che col buio si stia bene al largo. Cabo Trafalgar poi ha una zona di secche tutto intorno che creano fastidiosissime correnti locali che è inutile andare ad attraversare.

Sono pieno di pensieri nel lasciare l’oceano…

Provo una profonda nostalgia