Nella mia incessante riflessione sul tempo (o come si potrebbe dire con maggior leggerezza: ridendo e scherzando) mi stupisco di come questo mese e mezzo abbondante sia già trascorso. Come sempre tutto vola via con una velocità che ti stupisce sempre, anche se ho fatto di questa costante osservazione una delle motivazioni del viaggio. Dopo tanti anni di pratiche di vari tipi, sento di poter ben affermare che nonostante questa incessante osservazione sul “Qui ed Ora”, non sia comunque sufficiente a donarti un senso di …lentezza. Almeno, non ancora. Continuo questa ricerca

E dunque (cominciare così un paragrafo? scempio della sintassi italiana. Ma chi se ne importa? ) la prima parte, quasi una missione all’interno di quella ben più vasta che comincerà tra poco, si è conclusa. Ed è stata magnifica! Si badi bene: non soltanto perché è andato tutto per il verso giusto bensì per la realizzazione esatta della pianificazione che avevo immaginato, progettato e cercato di mettere in pratica giorno per giorno, momento per momento. Sì è svolto e continua tutto a svolgersi esattamente come me lo ero immaginato. Sono stupito, vi assicuro!

Una parola per la barca, anzi un po’ di più: possedere la stessa barca di fatto da quasi trent’anni consente veramente di far nascere quell’intimità e quella fiducia che – e anche di questo sono assolutamente sicuro – chi la barca la vive solo pochi giorni o poche settimane l’anno noleggiandola non capirà mai! Punto: è così, non contradditemi che divento nervoso 

Questa barca poi si è rivelata non solo estremamente comoda ma sicura e veloce in tutte le andature, anche nelle interminabili boline strettissime che mi sono trovato a fare e sulle quali sfiderei volentieri quasi tutte le barche moderne che con le loro carene piatte e larghe e la spasmodica ricerca della leggerezza avrebbero sicuramente non tanto perso in velocità (alcuni modelli risalgono comunque molto bene il vento) ma sicuramente l’equipaggio e le strutture avrebbero incredibilmente sofferto sbattendo fortissimo su ogni singola onda. E di “singole onde” ne ho superate qualche decina di migliaia…

Ah e siccome mi sono dato la regola di almeno un pasto caldo e cucinato al giorno, pur con fuori due mani alla randa e due trinchette praticamente gemelle, sempre pastasciutta a pranzo e/o passato di verdure a cena. Mica barrette di glutammato da gabbiani disperati sul ciglio di una discarica 

Sono finalmente arrivato a La Rochelle. Che città magnifica per un velista! In realtà l’hanno giudicata magnifica anche mia moglie e le mie figlie che mi sono venute a trovare e con le quali abbiamo trascorso quattro giorni di vera e bellissima vacanza. Ma per un velista è davvero un posto magico; sono davvero felice per la scelta che ho fatto di partire da qui! Principalmente per la sensazione di appartenere ad una comunità, già provata durante le tappe atlantiche e consolidata dopo l’incontro con Ivan Dimov a A Coruna. Qui è davvero una realtà: ulteriore e definitiva prova l’ho avuta ieri quando alla fine della visita del Museo Marittimo (http://www.museemaritimelarochelle.fr/contenu/,Accueil,131) ho chiesto di poter visitare il Joshua di Bernard Moitessier.
Si sono fatti tutti davvero in quattro i responsabili di http://aammlr.com/ e quando mi hanno chiesto se avessi una barca, mi è bastato mezzo accenno al fatto che fossi arrivato dall’Italia da solo, che la barca fosse in porto e che partecipassi alla Longue Route che addirittura il Presidente dell’associazione che tutela il patrimonio del grande navigatore francese è corso via a prendere il loro “Libro d’oro” per farmi scrivere una dedica e firmarlo. Incredibile: la mia firma accanto a quella di decine di navigatori di cui leggo le gesta e le imprese nei libri e nelle riviste specializzate. Tra i tanti Robin Johnstone (m’inchino!), Jean Luc Van de Heede, Alex Carozzo… Emozionato come un bambino, ve lo giuro.

E per non parlare dello splendido benvenuto, quando alcune ore dopo il mio arrivo ho trovato il pozzetto della barca ricolmo delle scatole di caffè e di cioccolato dello sponsor francese Grain de Sail. Un trionfo di regali che, data la quantità, sicuramente non riuscirò a terminare nemmeno se il viaggio durasse più di un anno!
E gli adesivi di chi ci garantisce la costante visibilità senza voler un euro in cambio: www.sail.cloud
Di nuovo grazie Olivier Merbau

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Ho deciso di partire un giorno dopo rispetto ai programmi. E non solo perchè qui si sta davvero bene, ma perché un amico di Andora (e grande navigatore!) mi ha ricordato che il 31 luglio…è martedì!  E allora accettiamo un po’ di sana superstizione, via! Quindi partenza il primo di agosto!

Questa pausa piuttosto lunga mi ha consentito anche di scambiare molte parole con navigatori oceanici che hanno già esperienza delle rotte che andremo a percorrere. I loro consigli e le loro riflessioni si rivelano estremamente preziosi. Olivier poi, oggi mi ha raccontato di un fenomeno che gli è capitato in passato durante una traversata del Pacifico, dove un acquazzone  aveva letteralmente riempito d’acqua l’intero pozzetto della barca di 18 (!!) metri sulla quale si trovava! Acqua piovana fino al ginocchio! Da non credere. Quindi domani darò il via ai lavori di sigillatura del pozzetto, collocando una tavola di compensato che tappi perfettamente il gavone del motore, montando le cerniere a scatto per un altro gavone e sostituendo le prese d’aria del motore con i modelli che possano chiudersi all’occorrenza.
Avevo già pensato questi interventi per eventuali ondate “ostili” che potessero frangere da poppa e riempire d’acqua il pozzetto ma adesso a maggior ragione anche perché il pericolo può arrivare anche…da altre ed inaspettate parti.

Domani inoltre sperimenterò anche la salita in solitario a metà dell’albero con la nuova scaletta a pioli che ho acquistato, per montare (quindi: trapano e rivettatrice….a circa 12 metri d’altezza…) una protezione d’acciaio attorno al fanale della luce coperta che ogni tanto ama far sua la drizza della randa qualora per alcuni istanti si trovasse troppo in bando. E senza questa protezione, liberare l’inghippo è pratica pressochè impossibile! E la drizza sempre libera mi serve…molto più del pane!

Di seguito finirò di montare tutte le protezioni che ho fatto preparare ad Andora: sia i paramare attorno alle draglie ed al pulpito di poppa che il nuovo sprayhood dotato di una cerniera per fissare la chiusura tipo tenda canadese, realizzati con robustissima tela da camion….assolutamente e completamente arancione!

Infine dovrò finalmente affrontare il problema della corretta disposizione dei pesi a bordo soprattutto alleggerendo il più possibile la prua. Quindi via àncora e catena che dovrebbero – spero tanto che ci stiano…- trovare un nuovo alloggio sotto i paglioli del pavimento vicino all’albero: solo questa operazione dovrebbe eliminare circa 200 chili dalla prua estrema della barca e sicuramente favorirà la tendenza a tenere “il naso fuori”, già particolarmente spiccata sul Tatì, nelle onde potenzialmente “mostruose” che potrei incontrare. Niente mi spaventa di più – credetemi – dell’incubo di infilare la prua in un’onda e non vederla più tornare fuori. Brrrr, che brividi!

Ma alleggeriamo anche il tono sennò qualcuno comincia a preoccuparsi e non è il caso: ho già ringraziato pubblicamente anche Patrick Phelipon per la dimostrazione di amicizia e i consigli che mi ha dato. Sempre domani conoscerò la sua famiglia ed in particolar modo la sorella che insieme con l’altro fratello gestisce il più grande shipchandler della città (https://www.navigatlantique.fr)…e sicuramente finirò di brasare la già molto stanca carta di credito….ahimè

Un ultimo ringraziamento – anche doveroso – devo farlo pervenite prima di chiudere al Sindaco ed al Consiglio comunale del Comune di Andora (http://www.comune.andora.sv.it/IT), che ha deliberato di concedermi il patrocinio ufficiale della Città.

Grazie davvero! Per sdebitarmi quando tornerò proporrò di replicare anche in Liguria – magari proprio ad Andora ! – un Museo Marittimo “vivente” come questo di La Rochelle. Ah, forse non l’ho detto: qui la gestione di tutto il sito è comunale!
E ho chiesto: funziona bene anche economicamente! Ecco, l’ho fatto ancora: le solite battute sulle mani corte dei liguri 
Ma chissà, magari invece “gli” faccio sorgere la voglia a ‘sti liguri!

Ho già pronto lo slogan: “- carciofi + mare & barche!”
Dite che ci riuscirò?